Scenanuda chiude il 2015 sulle melodie natalizie dei cantastorie

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Fortunato_e_Sindoni_per_ScenanudaSi torna a gennaio col teatro sociale di Corso, Zanghì e Natoli
Patti – Un viaggio nel passato immersi nelle atmosfere di una Sicilia arcaica, al ritmo dolce delle nenie antiche, dei canti e delle filastrocche di pastori e massaie. Rivivere la magia del natale siciliano attraverso le melodie più radicate nella tradizione, tramandate di generazione in generazione, è il regalo che Fortunato Sindoni e Mauro Geraci hanno fatto al pubblico di Scenanuda, la rassegna di teatro e musica attualmente in programma al Beniamino Joppolo di Patti.
I due cantastorie si sono esibiti nei giorni scorsi sul palco del teatro di via Trieste, offrendo agli spettatori uno spettacolo senza tempo: nel loro “A Natale in Sicilia si Canta” a temi più strettamente religiosi ed epici sono state infatti alternate anche alcune ballate e canzoni dai contenuti attualissimi, in una miscela di brani, eseguiti esclusivamente con voci e chitarre acustiche, sapientemente arrangiati da due degli artisti siciliani più apprezzati nell’attuale panorama dei cantastorie.
Con lo spettacolo di Geraci e Sindoni si chiude il 2015 di “Scenanuda”, che si è affidata ai due cantastorie per augurare un buon natale a tutti gli spettatori della rassegna. I riflettori del Beniamino Joppolo si riaccenderanno giovedì 14 gennaio quando andrà in scena l’attesissimo spettacolo di prosa “Vina Fausa – In morte di Attilio Manca”, interpretato da Francesco Natoli, dal direttore artistico di “Scenanuda” Michelangelo Maria Zanghì (che lo dirigerà) e da Simone Corso. Quest’ultimo, che è anche l’autore del testo, è divenuto noto nel panorama teatrale italiano per aver scritto “Contrada Acquaviola n. 1”, interpretato da Antonio Alveario (La mafia uccide solo d’estate). “Vina Fausa” affronta la vicenda legata alla strana morte dell’urologo barcellonese Attilio Manca, archiviata ufficialmente come suicidio mentre la famiglia, da anni, si batte convinta che ci sia un’altra verità ben più terribile: l’ombra del boss Bernardo Provenzano.

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