GIOIOSA MAREA, DISSEQUESTRATI I BENI DELLA PARROCCHIA DOPO IL FURTO SACRILEGO

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indexGioiosa Marea: su istanza dell’avv. Antonio Scaffidi Damianello, il tribunale ha disposto il dissequestro dei beni corpo di reato, provenienti dal furto sacrilego nella chiesa di San Nicola. Lo scorso 18 febbraio il Tribunale di Patti aveva condannato Davide Ingodi Olusi, il sacerdote keniota accusato del furto, a 1 anno, 10 mesi e 400 euro di multa (oltre alle spese di giudizio). Accolta inoltre la richiesta di costituzione di parte civile
Gioiosa Marea (Me), 7 giugno 2015 – Su istanza dell’avv. Antonio Scaffidi Damianello, il Tribunale di Patti ha disposto il dissequestro dei beni costituenti corpo di reato, provenienti dal furto sacrilego avvenuto nei locali della chiesa di San Nicola a Gioiosa Marea, dove la notte del 22 aprile 2013, un prete originario del Kenia svuotò la cassaforte dell’ufficio parrocchiale, impossessandosi di tutti gli oggetti sacri e degli ex voto in essa contenuti. Lo scorso 18 febbraio il giudice Ugo Molina del Tribunale di Patti (pm il procuratore capo Rosa Raffa) aveva condannato Padre Davide Ingodi Olusi, il sacerdote keniota accusato del furto, a 1 anno, 10 mesi e 400 euro di multa (oltre alle spese di giudizio), ritenuta congrua la proposta di patteggiamento dell’avvocato difensore dell’imputato.
Era stata inoltre accolta la richiesta di costituzione di parte civile, formulata dall’avvocato Antonio Scaffidi Damianello, con la collaborazione dell’avv. Giuseppe Donzelli. Lo stesso legale aveva avanzato richiesta, danzìper conto della parte offesa nel processo, Padre Salvatore Danzì, arciprete di Gioiosa Marea, ottenendo da parte del Gip il dissequestro dei beni costituenti corpo di reato, provenienti dal furto sacrilego nella chiesa di San Nicola a Gioiosa Marea, consistenti in una somma di denaro e oggetti sacri, trovati nell’abitazione dell’autore del furto, ad Albano laziale, e sequestrati dai Carabinieri.Il sacerdote Davide Ingodi OLUSI doveva rispondere “dei reati di cui agli articoli 624 bis, 625 e 61, per essersi impossessato di oggetti in oro e oggetti sacri per un valore complessivo di 100mila euro, di proprietà della Parrocchia di San Nicola di Gioiosa Marea, dove gli oggetti si trov avano custoditi all’interno di un vano chiuso a chiave e adibito a cassaforte. Quanto a suo tempo imagessequestrato in casa di padre David ed oggi dissequestrato dal tribunale di Patti dovrà essere restituito alla Parrocchia, pur costituendo una piccola dell’intero ‘malloppo’. Seppure una magra soddisfazione ‘rimane’ l’accoglimento della richiesta avanzata dall’avv. Antonio Scaffidi Damianello, di costituzione di parte civile, interpretando il sentimento popolare di una cittadinanza offesa e mortificata dal comportamento del prete keniota, ancor più odioso se si considera la fraterna accoglienza riservata a padre Olusi, durante il suo soggiorno a Gioiosa Marea.

Mimmo Molica Colella: ” Per tale accoglimento l’avv. Antonio Scaffidi Damianello ha abilmente argomentato in opposizione all’avvocato dell’imputato, inducendo il Tribunale a riconoscere la legittimità della richiesta. Ai due professionisti gioiosani, Scaffidi Damianello e Giuseppe Donzelli, va dunque il merito dell’accoglimento della domanda di costituzione di parte civile da parte del Comune di Gioiosa Marea e del dissequestro dei beni sottratti alla Parrocchia.”

Mimmo Molica

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