Il walzer delle fake: Trump e Putin arrestati e Papa Francesco col piumino bianco

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5 Aprile 2023
“La tecnologia semplifica la vita che abbiamo complicato con tecnologie che semplificano la vita” con queste parole lo scrittore di aforismi, Fabrizio Caramagna, ha definito lo sviluppo tecnologico e non è possibile dargli torto. Ogni giorno, i media ci informano sui progressi dell’intelligenza artificiale e molti sono davvero incredibili. In queste ultime settimane, sui social sono apparse foto fake create dall’intelligenza artificiale che sono diventate subito virali sul web. Le prime immagini ritoccate sono state quelle di Trump e Putin arrestati, Macron contro i manifestanti e Papa Francesco con un piumino bianco versione rapper, pochi giorni prima del suo ricovero in ospedale. Le immagini di Donald Trump sono state ripostate 5 milioni di volte.

Eliot Higgins, fondatore della piattaforma di giornalismo investigativo Bellingcat, ha cercato di immaginare i momenti dell’arresto e pensava che in pochi avrebbero condiviso questi frame. In realtà, l’idea è piaciuta e anche imitata da altri. Grande successo anche l’arresto di Putin e la prima foto è stata diffusa su Twitter dalla giornalista ucraina Margo Gontar, corrispondente da Kiev, e da quel momento gli scatti hanno ottenuto un’enorme popolarità. La foto di Papa Francesco è stata pubblicata per la prima volta su Reddit e poi è diventata virale su tante altre piattaforme, ingannando numerosi utenti. La grafica è stata creata con uno strumento di intelligenza artificiale gratuito e accessibile a tutti che prende il nome di Midjourney.

Il 1° Aprile, dopo l’uscita di queste foto fasulle, è stato diffuso il primo pesce d’aprile della storia inventato e scritto dall’intelligenza artificiale. Il portale GioiosaToday racconta che il piano è stato ideato da un gruppo di amici gioiosani che ha pensato per mesi alla storia con l’aiuto di giornalisti e dell’intelligenza artificiale per la scrittura. Pronto lo scherzo, sono state inviate diverse mail in cui si parlava della scoperta di “una spiaggia segreta” a Gioiosa Marea in provincia di Messina. Per rendere la storia attendibile, gli autori dello scherzo hanno creato un profilo falso di un turista straniero che sosteneva di aver scoperto e trovato “una spiaggia segreta”. La novità ha attirato l’attenzione degli abitanti e in tanti hanno cominciato a domandarsi dove potesse trovarsi questa meravigliosa spiaggia sconosciuta. La giornata del 1° Aprile è stata l’occasione giusta per svelare la verità. La spiaggia non esiste e la vicenda ha contribuito a promuovere la città.

Ancora dobbiamo comprendere fino in fondo tutto quello che farà l’intelligenza artificiale e quali saranno le sue trasformazioni. Ormai da tanti anni, oltre ad essere uno studioso di Fake News, mi occupo di “Deep Fake” ovvero di tutte quelle applicazioni che attraverso video e immagini consentono di trasformare il volto o il corpo delle persone, dando vita a veri e propri “falsi d’autore”. I Deep Fake che circolano in rete sono tantissimi e molti sono stati diffusi durante la pandemia o le campagne elettorali. Il conflitto russo-ucraino ci sta mostrando il potere della disinformazione, Deep Fake e immagini false quasi perfette che destabilizzano la popolazione. Tutti abbiamo la tendenza a credere ad una notizia falsa, soprattutto se supportata da un’immagine verosimile.

Ho studiato tanto le fake news e presiedo l’Osservatorio Nazionale di Confassociazioni su questo tema. Le bufale del web stanno invadendo le nostre vite e bisogna saper distinguere uno scherzo di cattivo gusto e gli elementi che veicolano messaggi allarmanti per le persone. I dati ci confermano che molti utenti condividono una notizia senza documentarsi. Basta un titolo accattivante per ottenere “like” e condivisioni. Ha fatto molto discutere un episodio che ha visto coinvolto il servizio di messaggistica istantanea Telegram. Qualche tempo fa, è stato scoperto un bot alquanto particolare di questa applicazione chiamato “Deep Nude”.

Un’ applicazione in grado, grazie alle tecnologie di Deep Fake, di spogliare completamente una donna in maniera virtuale. Le donne immortalate nelle foto, o presenti in video, venivano totalmente denudate. Il Garante della Privacy è stato costretto ad intervenire e ad aprire una istruttoria nei confronti di Telegram, in relazione a questo software pericolosissimo. Immagini false che miravano seriamente a danneggiare le vittime ed in particolare le donne. Le conseguenze possono essere tantissime: ricatti fino a sfociare nel Revenge Porn, estorsioni a scopo economico, violazione del pudore, violazione della privacy, violenza di genere e soprattutto della propria dignità.

Bisogna educare continuamente ad un corretto uso delle tecnologie perché, molto spesso, non riflettiamo sull’esito dei nostri comportamenti o del nostro modo di agire nel mondo virtuale. Inoltre, dobbiamo riflettere e interrogarci sulla capacità delle nuove tecnologie di generare disinformazione e il ruolo del giornalista diventa fondamentale.

Un buon giornalista deve essere capace di rendersi conto che un’indiscrezione non è un fatto, che la verità può emergere come non emergere da un’indiscrezione, ma deve essere corroborata da fatti e deve accertarsi che le immagini siano reali.

La questione su cosa si intenda oggi per giornalismo nell’era della società in rete, dove tutti siamo nodi e comunichiamo, e dove il concetto di autocomunicazione di massa è divenuto realtà sociale diffusa, resta il punto nodale. Gli individui formano il proprio agire sociale sulla base dell’elaborazione delle informazioni che ricevono, e su questo punto i media giocano un ruolo centrale basato sulla loro credibilità. Ecco, perché il giornalista ha il ruolo di mediatore e questa connotazione tipica, che non avrebbe dovuto cambiare nel tempo, deve essere recuperata per adattarsi all’era del Metaverso e dell’intelligenza artificiale. Noi vogliamo interagire con l’intelligenza, ma dobbiamo essere consapevoli che alcuni limiti sono stati già superati. Basti pensare al fatto che l’intelligenza artificiale è stata abilitata a rispondere al posto dei santi. Si, avete capito bene.

Il portale Today.it ha riportato una notizia che mostra come la situazione ci stia sfuggendo di mano. Prega.org è una chat generata con GPT, cioè un chatbot impostato su intelligenza artificiale e apprendimento automatico. È stata presentata come “la versione religiosa e devota del chatbot” vero e proprio, visto che consente di pregare e parlare con Padre Pio e altri santi, un dialogo interattivo che nessuno avrebbe mai potuto immaginare. A crearla è stata una startup che si occupa di assistenza digitale per gli enti religiosi, la ImpactOn. Le tecnologie ci stanno mettendo a disposizione tantissime opportunità, ma devono migliorare la nostra vita e non peggiorarla. I rischi vanno evitati e servono le soluzioni per affrontare tutte queste continue trasformazioni. Allora, vigiliamo e stiamo attenti e auguriamoci cosi, come ha scritto il grande Albert Einstein, che la tecnologia non superi la nostra umanità e perché no anche il buon senso.

di Francesco Pira, Professore associato di Sociologia, Università di Messina.

Francesco Pira
Francesco Pira è un siciliano che ama definirsi nordafricano perché è cresciuto ed ama tantissimo la sua città d’origine Licata, in provincia di Agrigento. Sociologo, è professore associato di comunicazione strategica e giornalismo web presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina, dove è Direttore del Master in Esperto in Comunicazione Digitale.

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