Io faccio, tu fai, egli fa, noi facciamo. La politica del fare di Giuliana Scaffidi

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La politica non è una testata giornalistica né un palcoscenico ove si recitano assurde pantomime, e per tale non può esser scambiata.
La politica non necessita di slogan ne di parolai, ne al va tutto bene, alterando la realtà.
Si ha bisogno di pensiero politico costruttivo e della politica del fare, per cui di orizzonti nuovi delineati, da costruire, che facciano vedere risultati e parlino concretamente ed operino fattivamente.
Il pensiero politico di un nuova rinascita serve a mutare ideologie vane e fare i conti con nuovi orientamenti, così da fornire nuove mappe e una bussola capace, intraprendente che serva ad orientare e costruire aggiornate relazioni istituzionali e dare veritiere interpretazioni alla richiesta sociale.
La conclamata fase di inadempienza, di indifferenza, di stasi, di oscurantismo hanno prodotto effetti deleteri in una realtà “lugubre” e senza risorse, tanto da introdurre e generare effetti di disgregazione politica.
L’ attuale percorso Amministrativo, ibrido nelle sue relazioni fondamentali, scompagina la storia vissuta ed è sempre più oggetto di analisi politica e culturale.
Questo orizzonte potrebbe essere indicativo per accedere a momenti nuovi di riflessione, spingendo in prospettiva la politica del fare che si sposa con una rinascita che ad oggi, dopo ben 4 anni di non proficua azione Amministrativa non abbiamo neanche intravisto.
Tale stato di cose oggi, impone costruzioni istituzionali
aggiornate e lungimiranti, capaci di includere senza discriminare, elevando e mettendo in azione progetti e soluzioni.
Non appare secondario evidenziare come la politica, in quanto sfera di riordino sociale, possa trovare un momento di sintesi e possa coniugare al meglio le tante pulsioni che pervengono dalla vita vissuta nel quotidiano.
Ecco che la possibile nuova dialettica puo’ trasferire nel dibattito politico qualcosa di digeribile, mettendo in un contenitore, non solo mediatico, tutte le risorse, cercando di non frammentare le appartenenze, cosi da apportare un vantaggio utile allo stare assieme. Ebbene in questo quadro attuale, si assiste ad una tavola di ideologie che langue. Sono convinta che solo attraverso questo veicolo ( ideologie che si trasformano in concretezza) che si possono fornire utili differenze.
Credo che la politica futura con l’analisi sul presente, debba farsi carico di tale criticità ed iniziare a fare la sua parte, intanto nel capire e nell’interpretare e poi nell’offrire una proposta ‘riformatrice’ che disciplini l’ambito entro cui sia possibile rafforzare la rappresentatività, in una logica chiara ed efficiente di governabilità, per uscire dall’ indistinto, dall’improvvisazione e dal frammentario. Ecco che si presenta la necessità di costruisca una coalizione che si traduca in regole certe e con contenuti positivi, ossia comprensibili, sì da garantire uno ‘stato di beatitudine’, mediante modelli che generano ‘nuove’ armonie, nei quali riportare, in termini di coesione sociale , una politica non più profondamente arcaica, che rivendica piccoli diritti e tralascia quello che può essere il recupero a grandi linee di una realtà ormai fuori moda.
Ci vuole visione, lungimiranza, pianificazione.
In termini di educazione, questa nuova politica del fare, deve essere capace , ol tre al recupero, ad orientare le generazioni-future per renderle parte attiva di una società, che necessita di vitalità, di scoperte, di sensibilità, rivolte alla costruzione di un’era NUOVA.
Bisogna rinnovarsi e costruire insieme attraverso una società civile che guida i principi e le riforme laddove chi la pensa diversamente non è un nemico e che siano l’elemento trainante per la rinascita accurata e definitiva di una GIOIOSA MAREA che vuole tornare vispa, allegra , pimpante e da questo essere una tanto riformatrice quanto progressista.
Per il bene Comune.

Giuliana Scaffidi

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