“Meucci, il figlio del… telefono, mendicante a Tindari” di Mimmo Mòllica

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“Meucci, il figlio del… telefono, mendicante a Tindari” è il titolo del recente ebook di Mimmo Mòllica che torna sulla questione della vera identità di Carlo Meucci, ritenuto figlio di Antonio Meucci, l’inventore del telefono, vissuto a Tindari e là morto nel 1966, a 94 anni. Nel cimitero di Patti rimangono i frammenti della lapide, raccattati e forse salvati, assieme alla sua identità
“Meucci, il figlio del… telefono, mendicante a Tindari” (Amazon) è il titolo del recente ebook di Mimmo Mòllica che torna su di una vicenda umana non ancora sufficientemente indagata: la vera identità di Carlo Meucci, l’uomo ritenuto figlio dell’inventore del telefono, vissuto lungamente a Tindari, in provincia di Messina, e là morto il 19 Giugno 1966, all’età di quasi 94 anni. “Nel cimitero di Patti rimangono il suo loculo ‘incerto’ e i frammenti della lapide, che in qualche modo, nell’anno domini 2016, siamo riusciti a raccattare, e forse a salvare, assieme alla sua identità. Lo ricordo con commozione, disappunto e molta indignazione. Sono questi i motivi che mi hanno indotto a pubblicare questo volume” – scrive Mimmo Mòllica nella sua premessa.meucci-copertina-00
“Carlo Meucci fu migrante, naufrago e figlio scomodo, in momento della storia dell’umanità fortemente segnato dalle migrazioni in cui quella dell’identità non è una questione di secondaria importanza, al di là del diritto all’identità stessa” – scrive Ornella Fanzone nella prefazione all’ebook di Mòllica.
“Il diritto all’identità mai cesserà d’essere questione di fondamentale importanza per l’essere umano e per la stessa società – scrive ancora la Fanzone – . Ogni individuo ha il diritto di essere descritto esattamente così com’è, senza inesattezze che ne stravolgano i connotati. La lesione del diritto all’identità personale è una violazione della verità e produce quel danno ingiusto, presente in ogni lesione di un diritto.” – prosegue Ornella Fanzone.
Così Mimmo Mòllica ha voluto indagare più a fondo nell’identità di un uomo, Carlo Meucci, da tutti ritenuto figlio di Antonio Meucci, inventore del telefono, italiano vissuto in America, a New York, dove Carlo Meucci nacque il 3 o il 4 novembre 1872.
“Ecco, è già l’insicurezza sul suo reale giorno di nascita a dare l’idea di tutte le difficoltà incontrate per potere affermare con certezza che Carlo Meucci è figlio del grande inventore o se – invece – come afferma l’ingegner Basilio Catania, è possibile che Carlo Meucci abbia inventato una falsa identità” – scrive Mimmo Mòllica in “Meucci, il figlio del… telefono, mendicante a Tindari”.
Per quanto la data di nascita ‘oscilli’ tra il 3 e il 4 novembre 1872, su tutti i documenti rilasciati (a Mimmo Mòllica) dai Comuni siciliani dove abitò e fu registrato anagraficamente, Carlo Meucci risulta essere figlio di Antonino Meucci ed Ester Mochi, vale a dire l’inventore del telefono e della costumista del teatro La Pergola di Firenze che Antonio Meucci sposò il 7 agosto 1834.
Carlo Meucci si sposò a Venezia, nel 1921, con Anna Pugliese (o Marianna), come certifica il Comune di Marsala (Tp), su richiesta di Mimmo Mòllica. Proprio attraverso un fitto carteggio burocratico, Mòllica è riuscito a risalire alla vera identità di Carlo Meucci e a chiarire parecchi dei lati oscuri che sino ad oggi hanno reso difficile il riconoscimento certo dell’identità quale figlio naturale di Antonio Meucci, l’inventore del telefono.
“Chi leggerà questo ebook – scrive Mimmo Mòllica – avrà modo di rendersi conto delle difficoltà incontrate nel tentativo di ricostruire la vita di Carlo Meucci, di attribuirgli un’identità certa e risalire ad una verità che potrebbe dirsi ‘scomoda’, così come ‘figlio scomodo’ è stato definito Carlo Meucci in un titolo giornalistico”.
Rischiava d’essere rapito dalla Mano Nera, per questo il padre, Antonio Meucci volle affidarlo a Giovanna Gulotta, una donna calabrese, perché lo portasse in Italia. Carlo Meucci se ne tornò in Italia, la nave su ci si era imbarcato naufragò e lui rimase per tre giorni in balia dell’Oceano. Soccorso da una nave italiana sbarcò a Napoli. Aveva perso tutto, perfino l’identità. Per rifarsela, Carlo dovette fare come possibile, anche attraverso testimonianze e autocertificazioni. Visse in Sicilia, stabilì la sua residenza tra Mazara del Vallo, Marsala, Barcellona Pozzo di Gotto, Sant’Agata Militello e Tindari. E sarà in questi Comuni che l’identità di Carlo Meucci verrà trascritta e certificata, attraverso le ricerche di Mimmo Mòllica.
Un bel giorno Carlo capitò a Tindari, dove costruì una baracca di legno e lamiera su cui scrisse “Al piccolo bazar di Carlo”. Carlo Meucci, figlio di Antonino Meucci ed Ester Mochi, è morto a Tindari, nel Comune di Patti, in provincia di Messina, il 19 Giugno 1966, all’età di quasi 94 anni, come risulta ufficialmente dalle certificazioni dell’ufficio anagrafe di quel Comune. Nel cimitero di Patti rimangono il suo loculo ‘incerto’ e i frammenti della lapide, che in qualche modo, nell’anno domini 2016, siamo riusciti a raccattare, e forse a salvare.
Assieme alla sua identità!

07/07/2016

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