Primarie Pd, Emanuele Morabito candidato nella lista di Roberto Giachetti, in vista delle primarie del 3 marzo

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Con molta umiltà e senso di responsabilità ho deciso di candidarmi alle primarie del Pd. Sarò candidato, nella lista di Roberto Giachetti, in vista delle primarie del 3 marzo, un onore sarà per me rappresentare la mozione di Roberto Giachetti e Anna Ascani, una mozione che è in linea con quello che è il mio modo di fare e di intendere la politica, con spirito di servizio e per il bene della collettività.

Mi chiamo Emanuele, ho 25 anni e sono nato a Messina. Da quando ho 16 anni faccio politica sul territorio Messinese. Ho fatto molte esperienze politiche, quella che sicuramente mi ha coinvolto, in prima persona, è stata quella della “ Leopolda 2017”. Tra le altre mia attività, vorrei evidenziare che sono un elemento attivo, sin dalla sua fondazione del progetto Millennials, un progetto che coinvolge più di 7.000 ragazzi in tutta Italia.

Ogni giorno fattivamente ci impegniamo, insieme ai tanti giovani della fondazione, per portare avanti le istanze e le tante problematiche della nostra generazione. A tal proposito, dieci di queste nuove proposte, per un cambiamento significativo del Partito,le abbiamo presentate ufficialmente alla Conferenza Programmatica di Portici del Partito Democratico (le trovate sul sito del Pd).
giovani PD

Molte di queste nostre proposte le abbiamo già portate a termine; quella a cui sono più affezionato? Sicuramente la reintroduzione dell’obbligo di insegnamento dell’educazione civica nelle scuole secondarie che finalmente diventerà realtà . Sono uno studente universitario, sono uno di voi, un giovane con tanta voglia di fare e di agire concretamente per il bene dell’intera collettività.

Vorrei essere eletto, non per un motivo personale, ma perché credo che sia importante che sempre più ragazzi e giovani si impegnino, in modo concreto, in politica. La scelta dell’impegno politico deve essere un atto d’amore con il quale ognuno risponde ad una chiamata personale. Ogni formazione politica , ogni opzione politica possono essere la risposta ad un bisogno sociale e quindi sono necessarie alla composizione del bene comune. Si cerca di praticare l’apparente paradosso di amare il partito altrui come il proprio, perché il bene del paese ha bisogno dell’opera di tutti E’ questa la politica che costruisce opere che rimarranno. Le generazioni che verranno non saranno grate ai politici per avere detenuto il potere ma per come lo avranno gestito.

Proteggere il lavoro di oggi e di domani. Non solo quello del secolo scorso. E non lasciare nessuno indietro.

Dopo pochi mesi di governo gialloverde osserviamo la crescita rallentare, la disoccupazione salire e l’occupazione scendere insieme alla fiducia delle imprese. Non sorprende, visto che la politica economica perseguita deriva da confuse ricette di ispirazione novecentesca e da un pregiudizio ostile a imprese e imprenditori. Il Partito Democratico non può certo gareggiare con gli sfascisti nell’immaginare una decrescita felice, deve al contrario proporre di proseguire lungo il percorso stretto di politica economica fatto di negoziazione, credibilità, sostenibilità ed equità generazionale. Deve essere il partito della crescita, che deriva anzitutto dalla piena occupazione: non si crea occupazione per decreto, ma le leggi e gli incentivi, come è accaduto con il Jobs Act, devono poter aiutare e sostenere il lavoro e l’impresa. Tutti invocano, per l’Italia, l’adozione di una politica fiscale espansiva, capace sia di sostenere la crescita, sia di ridurre la disuguaglianza.

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