Vivo sulla sedia a rotelle…ma sono uguale a tutti voi che mi state leggendo – di Giuliana Scaffidi e Salvatore Cangelosi

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Salvatore non è un ragazzo che incontri facilmente per strada.
Non può.
A lui non sono riservati spazi ne strade accessibili.
Salvatore Cangelosi è un uomo di 44 anni non abile.
NON ABILE IN TUTTE LE SUE FUNZIONI MOTORIE, MA NON COGNITIVE.
La sua intelligenza gli ha permesso di essere all’ altezza in tante situazioni o vicissitudini. Essa si è interposta fra la disabita’ e le barriere, motivando diversi aspetti non congeniali alla patologia.
Salvatore è affetto da ATROFIA MUSCOLARE SPINALE, patologia che lo tiene inchiodato su di una sedia a rotelle sin dalle prime fasi della propria vita.
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Ha lottato sin da subito contro l’ etichetta che lo voleva ” handicappato ” e contro tutte le barriere che sono state da ostacolo ad una vita piena di desideri e di probabili interessi.
Salvatore alcune volte piange. Piange perché non supportato, perché riconoscere un uomo inabile non significa vivere per e con la solitudine.
Salvatore lamenta l’ assenza delle istituzioni, proprio perché inadempienti…continuano a far orecchi da mercante.
Lui no.
Lui vuole essere pari agli altri . Non ha nulla di diverso dal complessivo e complesso genere umano.
Però è solo…e tanti dei suoi diritti li deve implorare…
Una società che si dichiara aperta all’ accoglienza, non può rimanere sorda quando il grido di dolore si fa sentire in tutta la propria asprezza.

La sordità imperversa in coloro che non hanno a cuore le sorti di una persona affaticata, che ogni giorno viene messa a dura prova contro un sistema che vede il più debole…il più ” insidioso.”
Salvatore non ha mai chiesto di più di quel che gli tocca.
Come ogni essere umano che si rispetti, chiede attenzioni non negligenze, chiede diritti e non solo doveri da dare, chiede di ESISTERE DIGNITOSAMENTE.
Perché nessuno riesce a garantire alle persone inabili una vita decorosa fatta di assistenza e non di mero assistenzialismo, di considerazioni e non di eloquente pietà.

“Salvatore si rivolge facendo un decoroso appello a tutte le Istituzioni, in particolare al prossimo Presidente del Consiglio e al Presidente della Regione Siciliana. Chiede di mettere in primo piano i problemi dei disabili e delle famiglie che li assistono e salvaguardare la loro vita con una condizione economica adeguata.
I politici, continua Salvatore, devono capire che un disabile non puo’ vivere con un elemosina di 280 euro di pensione e 500 euro di assegno di accompagnamento al mese. A noi disabili i soldi non ci servono per andare in vacanza o per andare in discoteca ,ma per cercare di vivere una vita dignitosa e senza umiliazioni e rinunce.
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Salvatore ha anche a cuore un altro problema, difendere le “DONNE” dalla troppa violenza, dai troppi soprusi. T roppe donne uccise da uomini che dicono di amare perche’ non e possibile che succedano ancora di queste cose in un paese civile. Egli si impegnera’ personalmente con alcune proposte affinché episodi di tale entità non vengano più a verificarsi”.

Salvatore e’ sceso in campo politicamente tre anni fa candidandosi alle Amministrative del suo Comune di provenienza, Pollina. Da un anno e’ coordinatore della Lega di Pollina e Finale.
Ha deciso di fare politica dichiara, ma di quella pulita, proprio per cercare di aiutare in prima persona la gente che soffre ed in particolar modo quanti vivono nel mondo e il mondo della disabilita’.

Giuliana Scaffidi

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